venerdì 21 gennaio 2011

I Precari e il fattore C: la CASA

Fattore C.
C come Casa.
C. come Culo.
Cioè, mi spiego. Casa è un problema. Culo è una risorsa, o una possibile soluzione. Se ti trovi vicino Arcore o Palazzo Grazioli.
Ok mi spiego meglio altrimenti rischio di essere fraintesa e sia lungi da me una cosa simile (che sennò mi bannano, visto che già il Grande Fratello di Facebook mi osserva da giorni...). La chiarezza prima di tutto.
Per Culo intendo "l'enorme, strabiliante, eccessiva, supercalifragilistichespiralitosa fortuna di conoscere Silvio Berlusconi e di farsi pagare l'affitto di un appartamento a Milano2 o a Roma".
Quindi sgombrato il campo da ambiguità (che, ripeto, non mi appartengono e che i soliti faziosi di sinistra leggeranno tra le righe facendone propaganda politica), possiamo affrontare la questione.
Dunque, dicevo, se uno nasce con la camicia e quindi è fortunatissimo (in gergo si dice che c'ha Culo) può addirittura capitargli che il premier gli conceda una casa praticamente aggratise solo perchè Lui si preoccupa del suo presente e del suo futuro.
Bisogna dire, contro le malignità dell'opposizione, che la fortuna potrebbe addirittura toccare a questa categoria di persone:

-un giovane uomo, magari operaio di Mirafiori;
-una ragazza un pò cozza, magari ricercatrice all'Università;
-uno che vota centro sinistra (vabbè questa la eliminiamo, non esageriamo con le balle sennò si nota).

Certo finora non è ancora capitato perchè lE destinatariE sono tutte DONNE, GIOVANI, GNOCCHE, DISINIBITE però può sempre succedere, mica i benefattori fanno distinzioni, voglio dire anche un barbone potrebbe mettersi in lista d'attesa, dare il suo nome all'ingresso di Arcore o Palazzo Grazioli, entrare senza controlli, partecipare ad una cena, ricevere 7000 euro e poi tramite la Minetti un appartamento a Milano2.
Nel caso invece sei uno sfigato, precario e non hai il Culo di conoscere Berlusconi, la Casa diventa un problema esagerato, soprattutto nelle grandi città.
Per esempio a Roma e a Milano, città dove il premier concede le sue case a quelli che lo meritano, l'affitto di un monolocale di 40 mq in periferia si aggira intorno ai 650 euro, invece per un bilocale di 60 mq sempre in periferia bisogna partire da 950 euro. Per periferia intendo quesi casermoni costruiti da Caltagirone (almeno nella Capitale), certo con tutte le rifiniture, il parquet, internet wi-fi in casa, ma comunque Inculandia, cioè in posti fuori dal mondo, dove ti devi alzare alle 5 per arrivare al lavoro e torni a casa alle 20.
E invece, tu precario sfigato, al centro neanche ti puoi avvicinare perchè gli affitti sono solo per milionari e ci puoi andare solo per lo shopping, e solo durante i saldi.
Detto questo, uno chiede: vabbè a questo punto meglio un mutuo, meglio comprarsela una casa. La soluzione è ragionevole ma a due condizioni:
-hai un pò di soldi da parte per l'anticipo (magari te li danno i tuoi e se non ce li hanno ti attacchi serenamente al tram)
-hai un contratto a tempo indeterminato (e abbiamo detto che sei precario e quindi nessuno ti da un mutuo, mica quelli della banca sono imbecilli, e se perdi il lavoro? loro se lo chiedono e ci tengono a queste cose)
In mancanza di queste condizioni, caro precario, la tua vita sarà un inferno perchè quello che guadagni lo spenderai in affitto e benzina per andare al lavoro, scordati cinema, pizzeria e compagnia bella.
Certo, ti rimane una soluzione: prova a farti un giro ad Arcore o Palazzo Grazioli, magari è la volta buona che il Culo viene in tuo soccorso.
ps: l'ultima frase, a meno che non intervengano importanti smentite dall'inchiesta in corso, è rivolta soltanto alle donne. Gnocche.

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