mercoledì 27 marzo 2013

Cambiamento non pervenuto

Non volevo infierire in un momento così delicato della politica italiana, ma mi trovo costretta a farlo per questioni meramente lessicali.
Cambiamento.
Se girate online, su twitter, su facebook, sui blog, questa è la parola più ricorrente.
Ultimamente alfiere del cambiamento è diventato il Partito Democratico.
Ogni giorno militanti e rappresentanti politici cercano di far passare l'idea che non ci può essere un cambiamento vero al di fuori del pd perchè Grillo è populista/fascista e Berlusconi è un criminale.
Sugli ultimi due punti mi trovo d'accordo.
Ciò che mi perplime è che questo fantomatico e auspicato cambiamento nella politica italiana debba e possa venire da un partito che:

- ha candidato Anna Finocchiaro (siciliana) in Puglia per garantirle ancora una volta un posto certo in Parlamento;

- ha governato un anno con il PDL e, pur avendo la possibilità di premere per cambiare la legge elettorale, non l'ha fatto;

- possiede il Monte dei Paschi di Siena e quindi ha un conflitto di interessi grande quanto una casa;

-ha tante di quelle correnti interne che praticamente non prende mai posizione su nulla;

-ha un leader che ha indicato Papa Giovanni come ispiratore (e si sa che la religione tutto è fuorchè votata al cambiamento)

-aveva la vittoria in tasca ed è riuscito ancora una volta ad uscire perdente (ci fosse stata un'altra settimana di campagna elettorale oggi il premier sarebbe Berlusconi)



Ecco, un uso più accorto della lingua italiana gioverebbe.

Nessun commento:

Posta un commento