La manovra pensata (usare questo verbo è fare un favore alle esimie menti creatrici, scusatemi!) dal governo è una dichiarazione di intenti molto ben congeniata: in questo Paese non sappiamo cosa farcene dei giovani, e laureati. Già la giungla del mondo lavorativo è di gran lunga più intricata di qualsiasi foresta pluviale del pianeta terra, tra contratti a progetto, finte partite iva, contributi inesistenti, stage non retribuiti, lavoro nero, etc. etc. Come se non bastasse, hanno avuto la brillante idea di punire proprio gli unici componenti della società italiana che rappresentano il futuro.
E, non dimentichiamocelo, anche il presente di questo Paese.
Siamo noi a tirare la carretta, mettiamocelo bene in testa, noi con i nostri lavori pagati in ritardo, pagati male e poco, noi con le nostre cellule cerebrali spese nei laboratori di ricerca, noi con la nostra creatività del made in Italy, noi con la nostra cultura, noi con le nostre ore di straordinario mai retribuite, noi che paghiamo la pensione a tutti, noi che ci sforziamo di salvaguardare le bellezze artistiche e paesaggistiche del paese più bello del mondo.
E siamo sempre noi che veniamo chiamati bamboccioni, nullafacenti, fannulloni.
Bene, forse ci siamo anche stancati. O meglio, avremmo dovuto stancarci già tempo fa. Molti di noi sono andati via, all'estero. Seguiamoli!
Invece di perdere tempo a spedire foto a Repubblica con la inevitabile gallery in prima pagina, invece di raccogliere le firme per l'ennesima petizione online, invece di rifare uno sciopero generale a cui aderiscono i lavoratori tutelati e che, quindi, sostanzialmente non serve a nulla (una scampagnata fuori porta per il veterano iscritto alla Cgil con panino al sacco pagato), io lancio la mia proposta: organizziamo un esodo di massa, vero, concreto, reale.
ANDIAMO VIA!
Basterebbe che tutti i giovani laureati, tra i 25 e i 40 anni, andassero via dal Paese per una settimana. Oggi un biglietto aereo di andata e ritorno per una capitale europea costa quanto una pizza fuori il sabato sera. Organizziamoci e diamo una lezione a questo paese che ci maltratta.
Basta cortei, accampamenti in piazza, dobbiamo dare un segno concreto della nostra esistenza, della necessità che l'Italia ha dei giovani laureati. Con internet sarebbe uno scherzo organizzarlo, sscegliamo un week end e andiamo via. Riempiamo gli aeroporti, andiamo a manifestare davanti alle ambasciate italiane in Europa, tutto in una settimana. Diamo davvero uno schiaffo a questa classe dirigente arrogante, ladrona e anche stupida (ebbene sì, sostanzialmente sono stupidi e si sa che la stupidità fa un sacco di danni...) che di fronte alle nostre manifestazioni si gira dall'altra parte.
Facciamolo.Ora. Non domani.
martedì 30 agosto 2011
domenica 28 agosto 2011
Precari senza rete
Ho imparato ad usare correttamente congiuntivi e condizionali da sola. oggi mi sentirei nuda se non collocassi ogni verbo nella sua giusta coniugazione. sono cresciuta ascoltando solo dialetto, sono stata la prima in famiglia a prendere una laurea, sono stata l'unica a trascorrere le serate a leggere libri e non in discoteca. Era impensabile che potessi aspirare a fare l'archeologa, che potessi andar via dal mio paese di provincia e che potessi un giorno essere una donna realizzata.
Ho sempre lottato contro l'idea della stagnazione sociale, ho sempre avversato chi faceva della mia origine un marchio di fabbrica, ho sempre pensato che alla fine ce l'avrei fatta a salire. Si tratta di un solo gradino, quello che divide chi nasce borghese - e in casa sente usare il congiuntivo, vede quotidiani sul divano, ascolta musica jazz irradiata nel salotto, va a vedere le mostre d'arte - e chi nasce plebeo, non necessariamente povero, ma plebeo - e che in casa sente il dialetto, legge TV Sorrisi e Canzoni, ascolta Eros Ramazzotti, va in scampagnata nella pineta dietro casa.
Ma forse una cultura acquisita ce l'avrebbe fatta a colmare il divario, impercettibile per chi vede le classi inferiori come pittoresche (perchè magari sei di sinistra e fa tanto cool amare i dialetti, vedere le famiglie di ciccioni spiaggiate sul bagnasciuga con la parmigiana d'obbligo, etc...), ma sostanziale e vitale per chi deve liberarsi dalle catene che ti tengono legato a terra.
E quindi studi, studi, leggi, leggi, osservi, impari, ti vergogni, ma vai avanti.
Finchè trovi il muro.
Questo muro, la precarietà. Precarietà della vita, non solo del lavoro, necessità di sopravvivere e quindi di non poter essere realmente quello che vuoi, perchè non hai una rete di salvataggio, perchè non c'è nessuno che ti ha insegnato come stare al mondo in una società che ti divora, ti consuma, ti annichilisce.
Precarietà del sentirti precario, di una lotta che è impari. Non si tratta soltanto di avere un lavoro sottopagato e a tempo. No, è più complicato. Si tratta di avere coscienza che la tua condizione non può cambiare, che questo paese non ti permette di salire, ti tiene in quilibrio su un filo e quando ti stanchi, beh, ti rendi conto che devi scendere a terra. Ridiscendere quel gradino.
E stai lì a chiederti se è stato tutto inutile.
Ps: forse qualcuno, prima o poi, capirà che in Italia il vero, grosso, insormontabile problema è quello della mobilità sociale. e sarà sempre troppo tardi.
Ho sempre lottato contro l'idea della stagnazione sociale, ho sempre avversato chi faceva della mia origine un marchio di fabbrica, ho sempre pensato che alla fine ce l'avrei fatta a salire. Si tratta di un solo gradino, quello che divide chi nasce borghese - e in casa sente usare il congiuntivo, vede quotidiani sul divano, ascolta musica jazz irradiata nel salotto, va a vedere le mostre d'arte - e chi nasce plebeo, non necessariamente povero, ma plebeo - e che in casa sente il dialetto, legge TV Sorrisi e Canzoni, ascolta Eros Ramazzotti, va in scampagnata nella pineta dietro casa.
Ma forse una cultura acquisita ce l'avrebbe fatta a colmare il divario, impercettibile per chi vede le classi inferiori come pittoresche (perchè magari sei di sinistra e fa tanto cool amare i dialetti, vedere le famiglie di ciccioni spiaggiate sul bagnasciuga con la parmigiana d'obbligo, etc...), ma sostanziale e vitale per chi deve liberarsi dalle catene che ti tengono legato a terra.
E quindi studi, studi, leggi, leggi, osservi, impari, ti vergogni, ma vai avanti.
Finchè trovi il muro.
Questo muro, la precarietà. Precarietà della vita, non solo del lavoro, necessità di sopravvivere e quindi di non poter essere realmente quello che vuoi, perchè non hai una rete di salvataggio, perchè non c'è nessuno che ti ha insegnato come stare al mondo in una società che ti divora, ti consuma, ti annichilisce.
Precarietà del sentirti precario, di una lotta che è impari. Non si tratta soltanto di avere un lavoro sottopagato e a tempo. No, è più complicato. Si tratta di avere coscienza che la tua condizione non può cambiare, che questo paese non ti permette di salire, ti tiene in quilibrio su un filo e quando ti stanchi, beh, ti rendi conto che devi scendere a terra. Ridiscendere quel gradino.
E stai lì a chiederti se è stato tutto inutile.
Ps: forse qualcuno, prima o poi, capirà che in Italia il vero, grosso, insormontabile problema è quello della mobilità sociale. e sarà sempre troppo tardi.
sabato 27 agosto 2011
Punto per punto.
Difetto di concentrazione, ultimamente, o da sempre. Quella capacità di raccogliere i pensieri, di elaborare le idee, di osservazione puntigliosa della realtà. vago di corsa tra gli effetti, invece, delle teorie degli altri. a volte mi piacerebbe fissare un punto a lungo e sovraccaricarlo di eleborazioni, ma non ce la faccio. subito un altro punto distoglie la mia attenzione e così via. fino ad avere in testa una nuvola di punti, sospesi. certo così è difficile vivere. ma se chiederete, per caso, ad una di quelle persone che fissano lungamente un solo punto, anche forse per tutta la vita, se per lei è più facile vivere, vi risponderà che no, certo, anzi è più difficile perchè quel punto è un'ossessione costante, perchè quel punto non si muove, perchè la vita è distante.
E allora, in questo modo, si gironzola, chi unendo i puntini a zig zag, e chi affondando in uno solo. di questi punti, punto per punto.
E allora, in questo modo, si gironzola, chi unendo i puntini a zig zag, e chi affondando in uno solo. di questi punti, punto per punto.
giovedì 25 agosto 2011
Vabbè, scioperano pure i calciatori.
E' difficile rimanere concentrati. Intorno c'è molto trambusto. Molto rumore, per nulla.
Oggi mi sono imbattuta in alcuni commenti sparsi in rete e in alcune notizie lette sui principali quotidiani, in prima pagina. Ho misurato una volta di più lo scarto crescente tra realtà e percezione della realtà che sembra diventata la cifra caratterizzante degli anni zero.
Girovagando spaesati sui network le informazioni dalle quali si è bombardati riguardano il lavoro - disoccupazione, il futuro dei giovani - nessuna fiducia in esso, la denuncia delle ingiustizie - il Vaticano che gode di privilegi fiscali inauditi, l'insofferenza verso la classe politica - impreparata e arrogante.
Gran parte dei miei amici e colleghi non hanno nulla, magari hanno qualcosa che è stato loro dato dai genitori, ma sostanzialmente non hanno creato nulla. E anche la famiglia, ce l'hanno perchè ci sono i tuoi che ti aiutano, sennò nemmeno quella. Hanno molto stress, molta rabbia, troppe idee e nessun mezzo. Non hanno rappresentanza, non vogliono rappresentanza. Hanno, abbiamo, paura, quella sì.
Un'intera generazione, quella che oggi ha tra i 28 e i 40 anni, quasi del tutto spazzata via dalla storia, ignorata, frustrata che ha creduto di riuscire a sopravvivere dopo l'ubriacatura degli eighties e la evidente crisi dei nineties, cresciuta sulle spalle dei genitori borghesi che avevano fatto il '68, imbottita di illusioni, di film d'avanguardia, girati anni prima della loro nascita.
Un'altra generazione, quella che oggi ha tra i 19 e i 25 anni, che annaspa, arrabbiata, impotente, che deve pescare i propri riferimenti negli anni '80 e '90, sostanzialmente priva di storia perchè noi, i trentenni, non abbiamo fatto nulla per costruirla. Hanno i social network, per ora, prima che qualcuno dia seguito alla minaccia di Cameron di oscurarli.
Bene, mentre io rifletto sul passato e sul futuro, mentre pesco parole e pensieri, con fatica, qualcuno mi riporta al presente: "occhio, che c'è lo sciopero dei calciatori e quelli non scherzano, lo fanno, mica vogliono pagare le tasse sul serio."
Sic et simpliciter.
sabato 20 agosto 2011
E soprattutto ci chiedono di essere ragionevoli
31 anni. una casa in affitto. un lavoro precario. ancora voglia di studiare. nessuna fiducia nel futuro. nessuna pensione. nessuna futura seconda casa. neanche una prima casa. forse mai una famiglia. nessun fottuto IPad. tasse sempre pagate, tutte. uniche illegalità commesse: vedere film in streaming e scaricare musica. laurea con 110 e lode.
e poi.....mi fermo. mi guardo intorno. leggo i giornali. il Paese affonda, inesorabilmente. inevitabilmente. meglio, l'occidente affonda. e i privilegi rimangono lì, in prima classe, come sul Titanic. le scialuppe non bastano per tutti, c'è chi ce la fa e generalmente ha un conto a sei zeri in banca. e chi non ce la fa. mai ce la farà. intrappolati ma non ancora morti. talmente vivi da vedere che qualcuno da lontano sembra dirci qualcosa. il rumore intorno è assordante. forse è la frase che può salvarci la vita, a noi intrappolati nei piani bassi del Titanic. "Urla più forte! non ti sento! quaggiù si sente poco! l'acqua arriva alla gola, urla, aiutami, qual è il segreto per tirarci fuori?" nei corridoi dell'ultima classe si sentono mormorii: " su forza, ce la possiamo fare, un consiglio, un consiglio solo. sì? tu ci salverai? no, no è quell'altro che ci salverà. stiamo attenti, la salvezza verrà da quella parte, guardiamo là, là, non facciamoci ingannare!"
l'acqua sale, sale, sale, sale.... le parole sono sempre più confuse, ormai suoni disarticolati. ma, ecco, forse ce la possiamo fare a capire, ad interpretare, c'è un'ombra quasi invisibile negli occhi annegati nell'acqua, un'ombra che ci viene incontro.
Ah ecco, dai, su, ripeti quella frase, articola bene, dimmi il segreto, dammi la chiave per sopravvivere, su, su, su, è tardi, sputa fuori questa fottutissima COSA che ci salverà. No scusa, eh, mi sa che non abbiamo capito bene, cioè... cioè... lo stai ripetendo. Ah ok, si ora ho capito.
Su compagni di sventura, sì, ormai siamo affogati del tutto, sì, ormai non possiamo più farcela a venirne fuori, ma da lassù, dalla prima classe ci dicono DI ESSERE RAGIONEVOLI, sì, sembra che questo ci salverà. dicono LORO.
Liberamente ispirato dalle prime pagine dei giornali.
e poi.....mi fermo. mi guardo intorno. leggo i giornali. il Paese affonda, inesorabilmente. inevitabilmente. meglio, l'occidente affonda. e i privilegi rimangono lì, in prima classe, come sul Titanic. le scialuppe non bastano per tutti, c'è chi ce la fa e generalmente ha un conto a sei zeri in banca. e chi non ce la fa. mai ce la farà. intrappolati ma non ancora morti. talmente vivi da vedere che qualcuno da lontano sembra dirci qualcosa. il rumore intorno è assordante. forse è la frase che può salvarci la vita, a noi intrappolati nei piani bassi del Titanic. "Urla più forte! non ti sento! quaggiù si sente poco! l'acqua arriva alla gola, urla, aiutami, qual è il segreto per tirarci fuori?" nei corridoi dell'ultima classe si sentono mormorii: " su forza, ce la possiamo fare, un consiglio, un consiglio solo. sì? tu ci salverai? no, no è quell'altro che ci salverà. stiamo attenti, la salvezza verrà da quella parte, guardiamo là, là, non facciamoci ingannare!"
l'acqua sale, sale, sale, sale.... le parole sono sempre più confuse, ormai suoni disarticolati. ma, ecco, forse ce la possiamo fare a capire, ad interpretare, c'è un'ombra quasi invisibile negli occhi annegati nell'acqua, un'ombra che ci viene incontro.
Ah ecco, dai, su, ripeti quella frase, articola bene, dimmi il segreto, dammi la chiave per sopravvivere, su, su, su, è tardi, sputa fuori questa fottutissima COSA che ci salverà. No scusa, eh, mi sa che non abbiamo capito bene, cioè... cioè... lo stai ripetendo. Ah ok, si ora ho capito.
Su compagni di sventura, sì, ormai siamo affogati del tutto, sì, ormai non possiamo più farcela a venirne fuori, ma da lassù, dalla prima classe ci dicono DI ESSERE RAGIONEVOLI, sì, sembra che questo ci salverà. dicono LORO.
Liberamente ispirato dalle prime pagine dei giornali.
sabato 5 febbraio 2011
Il mestiere dell'archeologo: scavarsi la fossa.
Il post di oggi nasce da una provocazione intellettuale letta sullo stato di una mia amica di Facebook. Innanzitutto bisognerebbe dare per acquisito che ormai la politica, quella vera, quella che forma la pubblica opinione senza scambi di favori, quella che parte dalle idee, quella nuova insomma, si fa online, sui social network, in particolare su facebook e twitter (come tra l'altro hanno dimostrato le rivolte degli ultimi mesi in nordafrica, aiutate dalla rete e dalla possibilità di organizzarsi in tempo reale con un semplice messaggio istantaneo).
Mi auguro che nessuno dei miei lettori spifferi questa verità a Berluska, altrimenti ci ritroveremo la rete invasa dai suoi proclami di "libera figa in libero stato...il suo".
Dunque confidando nella vostra discrezione torno al punto.
Le parole usate dalla mia amica sono state: "é meno dignitoso prendere 7000 euro per una palpata oppure lavorare minimo 8 ore al giorno, essere trattata male dal primo burino che passa e prendere un terzo di quanto dovresti perchè sugli altri due ti ci fanno la cresta?"
Di fronte a questa affermazione, ovviamente provocatoria, si è scatenato l'inferno dei commenti.
Il lavoro al quale è riferito il post non è quello in un call center, in una catena di montaggio, in un magazzino di stoccaggio, nei campi di pomodoro. Si tratta invece di un lavoro che dovrebbe essere altamente qualificato per il quale ormai non è più neanche sufficiente una laurea (spesso conseguita con il massimo dei voti perchè quando si decide di investire il proprio futuro in un lavoro di questo tipo ci si impegna al massimo, perchè i sogni non si raggiungono senza sacrificare quasi tutto..), per il quale bisogna studiare e molto duramente.
Alla fine o nel mezzo del tuo percorso di studi ti capita di affacciarti al mondo lavorativo di fronte al quale il mondo universitario con i suoi compromessi, e spesso le sue ingiustizie, ti sembra l'Eden.
E sì perchè quando decidi di cominciare a lavorare le prospettive che hai davanti sono due:
-lavorare da libero professionista per conto tuo (il che implica avere contatti con le Soprintendenze, contatti spesso di tipo clientelare, contatti con le imprese e così via)
-lavorare per società o cooperative archeologiche.
Nel primo caso il guadagno è discreto, la libertà quasi del tutto assicurata e spesso c'è anche una cera continuità lavorativa, non sempre, ma spesso.
Nel secondo caso il guadagno non è neanche pari a quello di una badante rumena, la libertà è pari a zero e la continuità lavorativa dipende da quanto riesci a prenderti il cetriolo nel didietro senza lamentarti.
I guadagni per coloro che ti danno lavoro sono enormi, e tu rimani il loro schiavo indipendentemente da quanto hai studiato e dal fatto che spesso i tuoi datori di lavoro non sono neanche archeologi, ma imprenditori.
Eppure nonostante queste palesi ingiustizie e questo palese sfruttamento del nostro lavoro qualificato taciamo tutti, accettiamo di buon grado il cetriolo e anzi....magari ce lo danno almeno riusciamo a pagare l'affitto e le bollette, perchè tanto con i soldi che ti danno più di questo non puoi fare.
Quando qualcuno poi si lamenta perchè l'Italia non cresce, quando i politici del cazzo vanno in tv a dire che bisogna fare le riforme (ogni volta che sento sta parola mi prende un attacco epilettico), quando l'istituto di statistica del caso afferma che i giovani stanno a casa fino a 40 anni, che nessuno si lamenti perchè tanto domani c'è sempre un cetriolo che ci aspetta, in posizione eretta e che siamo ben lieti di accogliere.
Mi auguro che nessuno dei miei lettori spifferi questa verità a Berluska, altrimenti ci ritroveremo la rete invasa dai suoi proclami di "libera figa in libero stato...il suo".
Dunque confidando nella vostra discrezione torno al punto.
Le parole usate dalla mia amica sono state: "é meno dignitoso prendere 7000 euro per una palpata oppure lavorare minimo 8 ore al giorno, essere trattata male dal primo burino che passa e prendere un terzo di quanto dovresti perchè sugli altri due ti ci fanno la cresta?"
Di fronte a questa affermazione, ovviamente provocatoria, si è scatenato l'inferno dei commenti.
Il lavoro al quale è riferito il post non è quello in un call center, in una catena di montaggio, in un magazzino di stoccaggio, nei campi di pomodoro. Si tratta invece di un lavoro che dovrebbe essere altamente qualificato per il quale ormai non è più neanche sufficiente una laurea (spesso conseguita con il massimo dei voti perchè quando si decide di investire il proprio futuro in un lavoro di questo tipo ci si impegna al massimo, perchè i sogni non si raggiungono senza sacrificare quasi tutto..), per il quale bisogna studiare e molto duramente.
Alla fine o nel mezzo del tuo percorso di studi ti capita di affacciarti al mondo lavorativo di fronte al quale il mondo universitario con i suoi compromessi, e spesso le sue ingiustizie, ti sembra l'Eden.
E sì perchè quando decidi di cominciare a lavorare le prospettive che hai davanti sono due:
-lavorare da libero professionista per conto tuo (il che implica avere contatti con le Soprintendenze, contatti spesso di tipo clientelare, contatti con le imprese e così via)
-lavorare per società o cooperative archeologiche.
Nel primo caso il guadagno è discreto, la libertà quasi del tutto assicurata e spesso c'è anche una cera continuità lavorativa, non sempre, ma spesso.
Nel secondo caso il guadagno non è neanche pari a quello di una badante rumena, la libertà è pari a zero e la continuità lavorativa dipende da quanto riesci a prenderti il cetriolo nel didietro senza lamentarti.
I guadagni per coloro che ti danno lavoro sono enormi, e tu rimani il loro schiavo indipendentemente da quanto hai studiato e dal fatto che spesso i tuoi datori di lavoro non sono neanche archeologi, ma imprenditori.
Eppure nonostante queste palesi ingiustizie e questo palese sfruttamento del nostro lavoro qualificato taciamo tutti, accettiamo di buon grado il cetriolo e anzi....magari ce lo danno almeno riusciamo a pagare l'affitto e le bollette, perchè tanto con i soldi che ti danno più di questo non puoi fare.
Quando qualcuno poi si lamenta perchè l'Italia non cresce, quando i politici del cazzo vanno in tv a dire che bisogna fare le riforme (ogni volta che sento sta parola mi prende un attacco epilettico), quando l'istituto di statistica del caso afferma che i giovani stanno a casa fino a 40 anni, che nessuno si lamenti perchè tanto domani c'è sempre un cetriolo che ci aspetta, in posizione eretta e che siamo ben lieti di accogliere.
martedì 1 febbraio 2011
Investi sul tuo futuro: DALLA A BERLUSCONI
Allora (lo so che non si comincia una frase con allora..) avevo deciso che il mio prossimo post sul blog non avrebbe trattato argomenti come Berlusconi, Berlusconi e la figa, la figa e Berlusconi, ma ahimè mi è impossibile, perchè, parafrasando il geniale Ivan Giannelli: "Ma porca puttana, una notizia senza figa è impossibile da trovare. Sembra che Youporn abbia comprato l'Ansa!".
Stavolta però non voglio essere polemica, distruttiva, moralista, femminista, retrò, bacchettona, etc. etc.
Voglio essere ottimista, realista, ben disposta, guardare al mondo con occhi nuovi, un pò più, come dire, contemporanea, ecco è la parola giusta: questo sarà un post contemporaneo.
Donne, è arrivato l'arrotino!
E' ora di pensare al futuro, di impegnarci seriamente, di mettere da parte le divisioni ideologiche che spesso contrappongono noi donne, in fondo siamo tutte uguali ed è giunto il momento di far valere questa nostra uguaglianza...anatomica.
Ebbene sì, per essere davvero contemporanee bisogna accantonare idee retrograde come lo studio, la laurea, lo spirito critico, le capacità intellettuali e abbracciare invece l'unico ideale, questo sì davvero cool, che può far compiere grandi balzi in avanti all'umanità tutta (non si dice nevvero che un pelo di figa tira più di un carro di buoi? la saggezza popolare non va mai sottovalutata) e liberarci nel contempo dal giogo della dipendenza economica e della disoccupazione: oggi l'unico modo per essere davvero libere, donne, è DARLA A BERLUSCONI.
Questo sì che ti farà sentire padrona di te stessa e del tuo Avvenire, potrai scorrazzare in giro per la città con borsette firmate, ciondoli a forma di farfallina (così che tu non debba mai dimenticare qual è il tuo ruolo nella società) e tacchi vertiginosi, senza doverti vergognare perchè finalmente sei una donna libera (e anfatti il partito l'hanno chiamato delle libertà non a caso, vecchie volpi!).
Certo lo so, donna, tu ti chiedi: e se non sarò più la favorita del sultano nell'harem, come farò a guadagnarmi da vivere?
No problem, Lui ha pensato a tutto: se vuoi puoi ricattarlo e chiedergli 5 milioni di euro, oppure puoi fare il ministro, oppure il consigliere regionale, o ancora entrare al Grande Fratello e poi, dulcis in fundo, puoi addirittura fare la pubblicità a, nientepopòdimenoche...Alfonso Luigi Marra e al suo libro Il Labirinto femminile entrando così nella schiera di intellettuali che hanno sostenuto questo capolavoro, quali Manuela Arcuri, Lele Mora e Ruby Rubacuori!!!!!!
Donna, guarda il tuo futuro e sorridi gioiosa alla vita. Life is now.
Stavolta però non voglio essere polemica, distruttiva, moralista, femminista, retrò, bacchettona, etc. etc.
Voglio essere ottimista, realista, ben disposta, guardare al mondo con occhi nuovi, un pò più, come dire, contemporanea, ecco è la parola giusta: questo sarà un post contemporaneo.
Donne, è arrivato l'arrotino!
E' ora di pensare al futuro, di impegnarci seriamente, di mettere da parte le divisioni ideologiche che spesso contrappongono noi donne, in fondo siamo tutte uguali ed è giunto il momento di far valere questa nostra uguaglianza...anatomica.
Ebbene sì, per essere davvero contemporanee bisogna accantonare idee retrograde come lo studio, la laurea, lo spirito critico, le capacità intellettuali e abbracciare invece l'unico ideale, questo sì davvero cool, che può far compiere grandi balzi in avanti all'umanità tutta (non si dice nevvero che un pelo di figa tira più di un carro di buoi? la saggezza popolare non va mai sottovalutata) e liberarci nel contempo dal giogo della dipendenza economica e della disoccupazione: oggi l'unico modo per essere davvero libere, donne, è DARLA A BERLUSCONI.
Questo sì che ti farà sentire padrona di te stessa e del tuo Avvenire, potrai scorrazzare in giro per la città con borsette firmate, ciondoli a forma di farfallina (così che tu non debba mai dimenticare qual è il tuo ruolo nella società) e tacchi vertiginosi, senza doverti vergognare perchè finalmente sei una donna libera (e anfatti il partito l'hanno chiamato delle libertà non a caso, vecchie volpi!).
Certo lo so, donna, tu ti chiedi: e se non sarò più la favorita del sultano nell'harem, come farò a guadagnarmi da vivere?
No problem, Lui ha pensato a tutto: se vuoi puoi ricattarlo e chiedergli 5 milioni di euro, oppure puoi fare il ministro, oppure il consigliere regionale, o ancora entrare al Grande Fratello e poi, dulcis in fundo, puoi addirittura fare la pubblicità a, nientepopòdimenoche...Alfonso Luigi Marra e al suo libro Il Labirinto femminile entrando così nella schiera di intellettuali che hanno sostenuto questo capolavoro, quali Manuela Arcuri, Lele Mora e Ruby Rubacuori!!!!!!
Donna, guarda il tuo futuro e sorridi gioiosa alla vita. Life is now.
martedì 25 gennaio 2011
Donne. Punto e basta.
Le donne continuano a fare molti errori, noi continuiamo a fare errori.
Ci sono quelle che si mettono in fila ad Arcore per fare le vallette e le veline. Ci sono quelle che fanno le mignotte (non escort, ribadisco) perchè hanno avuto una vita diffcile o ambiscono al guadagno facile. Ci sono quelle che lavorano onestamente, guadagnano 1000 euro al mese, crescono figli, hanno un compagno. Ci sono quelle che vanno all'Ikea o al centro commerciale la domenica. Ci sono quelle che fanno le badanti agli anziani.
E ci sono quelle che fanno politica. In un mondo di uomini. A volte ci sono quelle che fanno le vallette e fanno pure politica, di conseguenza. E ci sono quelle che fanno solo politica, per vocazione, per l'ambizione di cambiare il mondo.
Ci ho provato anche io a fare politica. Sono stata sempre di spirito anarchico, libertario. A 16 anni, mentre i maschi giocavano a calcetto, io mi chiudevo in biblioteca a leggere gli Atti della II Internzionale e ho deciso che Bakunin mi piaceva di più di Marx e che il potere era una brutta bestia, che come dice Montalban "Il potere qualche volta non corrompe, ma ti trasforma in una spugna che si impregna di tutto quello che le buttano addosso".
Poi ho conosciuto il mio compagno che, ironia della sorte o contrappasso dantesco o inconscio psicanalitico, faceva politica, di professione, studiava politica e faceva politica, perchè come dice sempre "la politica è una scienza esatta e bisogna studiarla".
E quindi sono diventata curiosa, mi sono detta perchè no?
Dopo tanti incontri e tanti partiti (tutti di centrosinistra) ho capito perchè no:
- la politica è inutile, è fatta di tante riunioni inutili in cui si parla in termini inutili di cose inutili, per la maggiorparte delle persone normali, ma utilissime per i giochi di potere che cominciano da "chi comanda nella sezione", procedono con "chi comanda nel municipio" e finiscono con "chi comanda nella città". E' difficile che si vada oltre, andare oltre significa essere fuori da interessi specifici e non è mai così.
- la politica è noiosa perchè è fuori dalla realtà; è fatta di persone che vivono soltanto di questo, non hanno coscienza di quello che succede là fuori, giocano tutta la loro vita a valutare se uno 0,000000% in più o in meno gli leverà la poltrona da sotto il culo (e non parliamo di poltrone serie, ma di incarichi burocratici, di posti di rappresentanza che si sono inventati da soli e che non rapresentano una beneamata.....).
- la politica è scorretta, è una guerra per bande: ora tu mi sei alleato, ma attento che domani mi sarai nemico e poi dopo domani alleato e così via. Ne ho visti troppi perchè qualcuno possa mettere in discussione questa mia affermazione, è oggettiva. E poi cazzarola, ancora oggi, dopo 30 anni, il PD campa soltanto in ragione della guerra D'Alema-Veltroni. E tante piccole guerre di questo tipo ci sono in tutti i partiti, che quanto più sono piccoli più sono teatro di scontri sanguinosi.
- la politica è maschilista, ma non in senso vetero-femminista o di rivendicazione dell'utero. No. Anche questa frase è oggettiva, non si tratta di recriminare, si tratta di chiamare le cose con il loro nome. Personalmente mi è capitato che mi abbiano offerto una candidatura perchè c'era bisogno delle quote rosa...ma soprattutto e principalmente perchè la mia candidatura screditava quell'altro, un maschio. Ovviamente ho rifiutato.
I giochi di potere si consumano sul corpo delle donne. Ma soprattutto sul cervello delle donne. Questo è più grave.
Noi donne abbiamo due possibilità davanti a noi:
1- sbraitare, avere crisi isteriche, gridare al complotto maschilista, aderire a manifestazioni, scendere in piazza, urlare, scrivere, etc. etc. e comunque SOSTENERE SEMPRE UN UOMO COME NOSTRO CANDIDATO
2- dire basta, ma stavolta per davvero e farci rappresentare, non delegare, ma scegliere che sia una donna a parlare per noi. Se non avremo la forza di fare questo, di liberarci della supremazia maschile allora passeremo solo per isteriche, magari pure cozze che alla parola culo e tette fanno un casino, ma poi mettono sempre la crocetta su un nome maschile, perchè così va il mondo. Non lo so voi, ma io sono un pò stufa.
Ps: ad Ostellino che sul Corriere difendeva il diritto di "una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna" rispondo con le parole di Saramago da Cecità "E cosa avreste fatto voi se, invece di chiedere donne, avessero chiesto uomini? Raccontatecelo, stiamo a sentire."
Ci sono quelle che si mettono in fila ad Arcore per fare le vallette e le veline. Ci sono quelle che fanno le mignotte (non escort, ribadisco) perchè hanno avuto una vita diffcile o ambiscono al guadagno facile. Ci sono quelle che lavorano onestamente, guadagnano 1000 euro al mese, crescono figli, hanno un compagno. Ci sono quelle che vanno all'Ikea o al centro commerciale la domenica. Ci sono quelle che fanno le badanti agli anziani.
E ci sono quelle che fanno politica. In un mondo di uomini. A volte ci sono quelle che fanno le vallette e fanno pure politica, di conseguenza. E ci sono quelle che fanno solo politica, per vocazione, per l'ambizione di cambiare il mondo.
Ci ho provato anche io a fare politica. Sono stata sempre di spirito anarchico, libertario. A 16 anni, mentre i maschi giocavano a calcetto, io mi chiudevo in biblioteca a leggere gli Atti della II Internzionale e ho deciso che Bakunin mi piaceva di più di Marx e che il potere era una brutta bestia, che come dice Montalban "Il potere qualche volta non corrompe, ma ti trasforma in una spugna che si impregna di tutto quello che le buttano addosso".
Poi ho conosciuto il mio compagno che, ironia della sorte o contrappasso dantesco o inconscio psicanalitico, faceva politica, di professione, studiava politica e faceva politica, perchè come dice sempre "la politica è una scienza esatta e bisogna studiarla".
E quindi sono diventata curiosa, mi sono detta perchè no?
Dopo tanti incontri e tanti partiti (tutti di centrosinistra) ho capito perchè no:
- la politica è inutile, è fatta di tante riunioni inutili in cui si parla in termini inutili di cose inutili, per la maggiorparte delle persone normali, ma utilissime per i giochi di potere che cominciano da "chi comanda nella sezione", procedono con "chi comanda nel municipio" e finiscono con "chi comanda nella città". E' difficile che si vada oltre, andare oltre significa essere fuori da interessi specifici e non è mai così.
- la politica è noiosa perchè è fuori dalla realtà; è fatta di persone che vivono soltanto di questo, non hanno coscienza di quello che succede là fuori, giocano tutta la loro vita a valutare se uno 0,000000% in più o in meno gli leverà la poltrona da sotto il culo (e non parliamo di poltrone serie, ma di incarichi burocratici, di posti di rappresentanza che si sono inventati da soli e che non rapresentano una beneamata.....).
- la politica è scorretta, è una guerra per bande: ora tu mi sei alleato, ma attento che domani mi sarai nemico e poi dopo domani alleato e così via. Ne ho visti troppi perchè qualcuno possa mettere in discussione questa mia affermazione, è oggettiva. E poi cazzarola, ancora oggi, dopo 30 anni, il PD campa soltanto in ragione della guerra D'Alema-Veltroni. E tante piccole guerre di questo tipo ci sono in tutti i partiti, che quanto più sono piccoli più sono teatro di scontri sanguinosi.
- la politica è maschilista, ma non in senso vetero-femminista o di rivendicazione dell'utero. No. Anche questa frase è oggettiva, non si tratta di recriminare, si tratta di chiamare le cose con il loro nome. Personalmente mi è capitato che mi abbiano offerto una candidatura perchè c'era bisogno delle quote rosa...ma soprattutto e principalmente perchè la mia candidatura screditava quell'altro, un maschio. Ovviamente ho rifiutato.
I giochi di potere si consumano sul corpo delle donne. Ma soprattutto sul cervello delle donne. Questo è più grave.
Noi donne abbiamo due possibilità davanti a noi:
1- sbraitare, avere crisi isteriche, gridare al complotto maschilista, aderire a manifestazioni, scendere in piazza, urlare, scrivere, etc. etc. e comunque SOSTENERE SEMPRE UN UOMO COME NOSTRO CANDIDATO
2- dire basta, ma stavolta per davvero e farci rappresentare, non delegare, ma scegliere che sia una donna a parlare per noi. Se non avremo la forza di fare questo, di liberarci della supremazia maschile allora passeremo solo per isteriche, magari pure cozze che alla parola culo e tette fanno un casino, ma poi mettono sempre la crocetta su un nome maschile, perchè così va il mondo. Non lo so voi, ma io sono un pò stufa.
Ps: ad Ostellino che sul Corriere difendeva il diritto di "una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna" rispondo con le parole di Saramago da Cecità "E cosa avreste fatto voi se, invece di chiedere donne, avessero chiesto uomini? Raccontatecelo, stiamo a sentire."
lunedì 24 gennaio 2011
Le parole sbagliate. N.1: partecipazione.
In questi tempi bui, sembra ci sia una gara spasmodica all'uso più improprio delle parole, del lessico del quale la nostra duttile lingua italiana è ricca. L'uso improprio di un termine, nella nostra democrazia mediatica, ingenera due conseguenze convergenti: il titolo a tutta pagina del giornale e del telegiornale da una parte e dall'altra un evidente allargamento del significato, spesso totalmente e volutamente sganciato da quello originario.
Bene, veniamo al punto.
La parola incriminata è PARTECIPAZIONE.
Ce n'è gran bisogno nel nostro paese, ormai stufo di una democrazia per finta.
La destra risolve il problema con il richiamo alla massa, al popolo, in cui l'uno si identifica nel tutto e sente di essere parte attiva di un processo decisionale.
La sinistra risolve la questione con il richiamo alle primarie, momento taumaturgico nel quale il cittadino decide chi voterà nel corso di una competizione elettorale.
E' evidente che nessuna delle due scorciatoie funziona:
-la prima perchè il popolo viene sempre chiamato in causa da un capopopolo, spesso assetato di potere per se stesso;
-la seconda perchè la partecipazione non può essere ridotta al mettere una crocetta sul nome di qualcuno che è stato designato dalla nomenklatura o da gruppuscoli più o meno assetati di potere anch'essi (bisogna diffidare di chi si preoccupa del tuo futuro, ma sta molto attento che tu in questo futuro ci possa entrare con le tue gambe).
Purtroppo i principali schieramenti politici italiani, oggi, vengono da due storie che poco hanno a che vedere con la democrazia (ogni tanto bisognerebbe ricordaselo): la storia democristiana (e il cattolicesimo non è esattamente campione di democrazia) e la storia comunista (la cui degenerazione totalitaria non è negabile).
La soluzione? Cominciare col porre il problema, timidamente e qualunquemente.
venerdì 21 gennaio 2011
I Precari e il fattore C: la CASA
Fattore C.
C come Casa.
C. come Culo.
Cioè, mi spiego. Casa è un problema. Culo è una risorsa, o una possibile soluzione. Se ti trovi vicino Arcore o Palazzo Grazioli.
Ok mi spiego meglio altrimenti rischio di essere fraintesa e sia lungi da me una cosa simile (che sennò mi bannano, visto che già il Grande Fratello di Facebook mi osserva da giorni...). La chiarezza prima di tutto.
Per Culo intendo "l'enorme, strabiliante, eccessiva, supercalifragilistichespiralitosa fortuna di conoscere Silvio Berlusconi e di farsi pagare l'affitto di un appartamento a Milano2 o a Roma".
Quindi sgombrato il campo da ambiguità (che, ripeto, non mi appartengono e che i soliti faziosi di sinistra leggeranno tra le righe facendone propaganda politica), possiamo affrontare la questione.
Dunque, dicevo, se uno nasce con la camicia e quindi è fortunatissimo (in gergo si dice che c'ha Culo) può addirittura capitargli che il premier gli conceda una casa praticamente aggratise solo perchè Lui si preoccupa del suo presente e del suo futuro.
Bisogna dire, contro le malignità dell'opposizione, che la fortuna potrebbe addirittura toccare a questa categoria di persone:
-un giovane uomo, magari operaio di Mirafiori;
-una ragazza un pò cozza, magari ricercatrice all'Università;
-uno che vota centro sinistra (vabbè questa la eliminiamo, non esageriamo con le balle sennò si nota).
Certo finora non è ancora capitato perchè lE destinatariE sono tutte DONNE, GIOVANI, GNOCCHE, DISINIBITE però può sempre succedere, mica i benefattori fanno distinzioni, voglio dire anche un barbone potrebbe mettersi in lista d'attesa, dare il suo nome all'ingresso di Arcore o Palazzo Grazioli, entrare senza controlli, partecipare ad una cena, ricevere 7000 euro e poi tramite la Minetti un appartamento a Milano2.
Nel caso invece sei uno sfigato, precario e non hai il Culo di conoscere Berlusconi, la Casa diventa un problema esagerato, soprattutto nelle grandi città.
Per esempio a Roma e a Milano, città dove il premier concede le sue case a quelli che lo meritano, l'affitto di un monolocale di 40 mq in periferia si aggira intorno ai 650 euro, invece per un bilocale di 60 mq sempre in periferia bisogna partire da 950 euro. Per periferia intendo quesi casermoni costruiti da Caltagirone (almeno nella Capitale), certo con tutte le rifiniture, il parquet, internet wi-fi in casa, ma comunque Inculandia, cioè in posti fuori dal mondo, dove ti devi alzare alle 5 per arrivare al lavoro e torni a casa alle 20.
E invece, tu precario sfigato, al centro neanche ti puoi avvicinare perchè gli affitti sono solo per milionari e ci puoi andare solo per lo shopping, e solo durante i saldi.
Detto questo, uno chiede: vabbè a questo punto meglio un mutuo, meglio comprarsela una casa. La soluzione è ragionevole ma a due condizioni:
-hai un pò di soldi da parte per l'anticipo (magari te li danno i tuoi e se non ce li hanno ti attacchi serenamente al tram)
-hai un contratto a tempo indeterminato (e abbiamo detto che sei precario e quindi nessuno ti da un mutuo, mica quelli della banca sono imbecilli, e se perdi il lavoro? loro se lo chiedono e ci tengono a queste cose)
In mancanza di queste condizioni, caro precario, la tua vita sarà un inferno perchè quello che guadagni lo spenderai in affitto e benzina per andare al lavoro, scordati cinema, pizzeria e compagnia bella.
Certo, ti rimane una soluzione: prova a farti un giro ad Arcore o Palazzo Grazioli, magari è la volta buona che il Culo viene in tuo soccorso.
ps: l'ultima frase, a meno che non intervengano importanti smentite dall'inchiesta in corso, è rivolta soltanto alle donne. Gnocche.
C come Casa.
C. come Culo.
Cioè, mi spiego. Casa è un problema. Culo è una risorsa, o una possibile soluzione. Se ti trovi vicino Arcore o Palazzo Grazioli.
Ok mi spiego meglio altrimenti rischio di essere fraintesa e sia lungi da me una cosa simile (che sennò mi bannano, visto che già il Grande Fratello di Facebook mi osserva da giorni...). La chiarezza prima di tutto.
Per Culo intendo "l'enorme, strabiliante, eccessiva, supercalifragilistichespiralitosa fortuna di conoscere Silvio Berlusconi e di farsi pagare l'affitto di un appartamento a Milano2 o a Roma".
Quindi sgombrato il campo da ambiguità (che, ripeto, non mi appartengono e che i soliti faziosi di sinistra leggeranno tra le righe facendone propaganda politica), possiamo affrontare la questione.
Dunque, dicevo, se uno nasce con la camicia e quindi è fortunatissimo (in gergo si dice che c'ha Culo) può addirittura capitargli che il premier gli conceda una casa praticamente aggratise solo perchè Lui si preoccupa del suo presente e del suo futuro.
Bisogna dire, contro le malignità dell'opposizione, che la fortuna potrebbe addirittura toccare a questa categoria di persone:
-un giovane uomo, magari operaio di Mirafiori;
-una ragazza un pò cozza, magari ricercatrice all'Università;
-uno che vota centro sinistra (vabbè questa la eliminiamo, non esageriamo con le balle sennò si nota).
Certo finora non è ancora capitato perchè lE destinatariE sono tutte DONNE, GIOVANI, GNOCCHE, DISINIBITE però può sempre succedere, mica i benefattori fanno distinzioni, voglio dire anche un barbone potrebbe mettersi in lista d'attesa, dare il suo nome all'ingresso di Arcore o Palazzo Grazioli, entrare senza controlli, partecipare ad una cena, ricevere 7000 euro e poi tramite la Minetti un appartamento a Milano2.
Nel caso invece sei uno sfigato, precario e non hai il Culo di conoscere Berlusconi, la Casa diventa un problema esagerato, soprattutto nelle grandi città.
Per esempio a Roma e a Milano, città dove il premier concede le sue case a quelli che lo meritano, l'affitto di un monolocale di 40 mq in periferia si aggira intorno ai 650 euro, invece per un bilocale di 60 mq sempre in periferia bisogna partire da 950 euro. Per periferia intendo quesi casermoni costruiti da Caltagirone (almeno nella Capitale), certo con tutte le rifiniture, il parquet, internet wi-fi in casa, ma comunque Inculandia, cioè in posti fuori dal mondo, dove ti devi alzare alle 5 per arrivare al lavoro e torni a casa alle 20.
E invece, tu precario sfigato, al centro neanche ti puoi avvicinare perchè gli affitti sono solo per milionari e ci puoi andare solo per lo shopping, e solo durante i saldi.
Detto questo, uno chiede: vabbè a questo punto meglio un mutuo, meglio comprarsela una casa. La soluzione è ragionevole ma a due condizioni:
-hai un pò di soldi da parte per l'anticipo (magari te li danno i tuoi e se non ce li hanno ti attacchi serenamente al tram)
-hai un contratto a tempo indeterminato (e abbiamo detto che sei precario e quindi nessuno ti da un mutuo, mica quelli della banca sono imbecilli, e se perdi il lavoro? loro se lo chiedono e ci tengono a queste cose)
In mancanza di queste condizioni, caro precario, la tua vita sarà un inferno perchè quello che guadagni lo spenderai in affitto e benzina per andare al lavoro, scordati cinema, pizzeria e compagnia bella.
Certo, ti rimane una soluzione: prova a farti un giro ad Arcore o Palazzo Grazioli, magari è la volta buona che il Culo viene in tuo soccorso.
ps: l'ultima frase, a meno che non intervengano importanti smentite dall'inchiesta in corso, è rivolta soltanto alle donne. Gnocche.
mercoledì 19 gennaio 2011
TU VIVI QUI: sintesi dal bordello.
Ho letto le prime 275 pagine dell'Invito a comparire destinato a Silvio Berlusconi dalla Procura di Milano. Questa è una sintesi con i passaggi che ho ritenuto più significativi.
Io sono definitivamente disgustata. Leggerò il resto dopo, se ce la faccio.
Credo che un uomo di questo tipo, evidentemente malato, non possa fare il Premier di un Paese importante come l'Italia.
Verbale di assunzione informazioni rese in data 07.07.2010 da PASQUINO
Caterina (PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Milano, foglio nr. 73)
DOMANDA: durante la sua conoscenza con la Ruby, la stessa le ha
raccontato di alcune sue amicizie di gente famosa?
RISPOSTA: ricordo che diceva di essere molto amica del Presidente del Consiglio
Silvio BERLUSCONI, con il quale, a suo dire, è stata spesso a casa del Premier
dove ha cenato, ballato e fatto sesso con lui, il quale le dava molto denaro "
46. Verbale di assunzione informazioni rese in data 13.12.2010 da CARROZZO
Floriano (foglio nr. 76-77)
Ricordo che quando mi parlò della sua conoscenza con il Presidente
del Consiglio e del fatto che aveva anche un'utenza dove poterlo contattare mi fece
vedere anche un numero sul suo display. Io, come ho già detto, non davo credito a
queste cose perché mi sembrava impossibile che una ragazza come lei potesse
avere delle amicizie così importanti, così come non avevo creduto a quello che lei
mi aveva raccontato circa l'invito, ora che mi viene in mente forse mi aveva detto
due volte, che era andata alla residenza del Presidente insieme ad altre ragazze.
Mi confidò anche che all'inizio della sua conoscenza con il Presidente del Consiglio neanche lui sapeva che era minorenne, dopodiché Rubi lo aveva informato che era
minorenne.
Progressivo numero 732 del 7/9/2010 ore 11,18 (utenza numero 345/0018067-
Ruby nuovo-Rit. 4142/2010).
Ut.: Ruby - Int.: Grazia (mamma di Sergio Corsaro) (foglio nr. 80)
Ruby. : però io gli ho detto scusami cioè mmmmm, ci conosciamo, io ho negato il
fatto che Silvio sa che sono minorenne, le ho detto che lui sa che sono
maggiorenne
Grazia. : annuisce
Ruby.:perche'non voglio metterlo in casini...
Grazia.: certo!
Ruby.: perchè sono maggiorenne, che c'ho 24 anni, pero' ci vado come amica, in
forma di amica, non e' che tra di noi c'è' niente.
Grazia.: annuisce
Ruby.: lui m'ha detto, non è che per caso è un caso di prostituzione o lui vuole il
tuo corpo....
Grazia.: annuisce
Ruby.: o tutti gli aiuti che hai avuto li hai avuti tramite lui? Gli ho detto no!
Assolutissimamente. In effetti loro erano restii a darmi in affidamento a Lele
proprio perchè pensavano che c'era un collegamento nesso con Silvio Berlusconi.
Grazia.: annuisce
Ruby. : perchè d'altronde sono grandissimi amici, però siamo riusciti alla fine a
smentire il tutto... ".
Progressivo nr 5845 del 07.10.2010 ore 19.21 (utenza 3485177777 - Luca Risso
- rit 3435/2010).
Ut.: Luca Risso - Int.: Ruby (foglio nr. 81)
Ruby: mi sono sentita con lui che m'ha chiamato...
Luca: sì
Ruby: m'ha chiamato propiooo 3 (tre) minuti fa, poi dopo m'ha chiamato Rubba.
Mi ha detto cheeee, s'è sentito con con Lele (Mora), che io ho fatto, ho scritto tutte
le cose, con III'avvocato e m'ha dettoooo che ha saputo che ho ho detto tante cose.
Le ho detto, guarda, io ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Le ho
detto tutte quelle che ho detto le ho dette per un semplice motivo, che ero messa
davanti all'evidenza non potevo negare. Mi fa, ma noi non siamo in pericolo, noi
siamo in difficoltà, mi fa, però sono cose da superare. Le ho detto sì, però io ti
volevo fare un'altra domanda, le ho detto, che è quella che m'interessa di più. Mi fa
dimmi, le ho detto, cioè, io voglio che almeno, da tutta questa situazione io ne esca
con qualche cosa,
Progressivo n. 6348 del 26/10/2010 alle ore 20,51 (utenza numero 345/0018067-
Ruby nuovo-RIT 4142/2010).
Ut: Ruby Int: Padre di Ruby (foglio nr. 81)
Ruby: ora è venuto ... sono con l'avvocato che stiamo parlando di queste cose e
dobbiamo trovare una soluzione, mi ha detto ... come si dice ... gli ha detto... gli ha
detto ... Silvio gli ha detto «dille che la pagherò il prezzo che lei vuole
l'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica che lei... che
dica pure di essere pazza ma l'importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste
questioni, che io non ho mai visto una ragazza che ha diciassette anni, o che non è
mai venuta a casa mia» ... stiamo parlando di queste cose adesso, dopo ti
richiamo, quando avrò finito con lui ti chiamerò ... ".
Progressivo n. 6517 del 28/10/2010 alle ore 09,46 (utenza numero 3468249049
Ruby Vodafone- -RIT 3082/2010).
Ut Ruby - Int Sergio Corsaro (foglio nr. 82)
"... Ruby: ma non siamo preoccupati per niente, perchè... Silvio mi chiama di
continuo., mi ha detto cerca di passare per pazza... per quello che... che puoi... per
pazza... racconta cazzate... ma io ti sarò sempre vicino... mi fa ... di qualsiasi cosa,
e avrai da me qualsiasi cosa che tu vuoi... con il mio avvocato gli abbiamo chiesto
5 milioni di euro ... in cambio di... del fatto che io passo per pazza, che ho
raccontato solo cazzate... e lui ha accettato... in effetti seguiremo questa... questa
strada... ".
Nota della Direzione Centrale Polizia Anricrimine - Servizio Centrale
Operativo - datata 10.01.2011 inerente la presenza ad Arcore della minore
Karima EL MAHROUG nelle giornate: (foglio nr. 94)
14 (domenica) - 20 (sabato) - 21 (domenica) - 27 (sabato) - 28 (domenica)
febbraio 2010;
09 (martedì) marzo 2010;
04 (domenica - Pasqua) - 05 (lunedì dell'Angelo) - 24 (sabato) - 25 (domenica
- Festa della Liberazione) - 26 (lunedì) aprile 2010;
01 (sabato - Festa del lavoro) - 02 (domenica) maggio 2010;
contestualmente agli indagati FEDE Emilio, MINETTI Nicole, MORA "Lele"
e altre partecipanti alle serate
Progressivo: 91 R.I.T: 3496/10
Data: 22/09/2010 15:10:26
Ut Carlo Ferrigno 3890254880 Int.: 3498242549 intestato a YOUSSEF
SALMI. (foglio nr. 142-144)
"... ut. poi l'ha portata perfino, ascoltami bene, da Berlusconi
int. ah
ut. da Berlusconi a Milano assieme ad altre venti ragazze che c'era solo lui... e poi
ti racconterò. E praticamente ha fatto lì la danza del ventre.
int. si.... ".
Progressivo: 327 R.I.T: 3520/10
Data: 29/09/2010 13:35:21
Ut: Cario Ferrigno (3348415916) Int.: Figlio Ferrigno (3394317023)
Uomo : di chi, di Berlusconi?
Ferrigno: si si guarda
Uomo: Eh, che te ne frega
Ferrigno: che uomo di merda
Uomo: di Berlusconi?
Ferrigno: ma quelle son le cose, oltretutto le ho sapute adesso recentemente in
diretta, dalla persona che tu sai, perché l'avevo fatta andare lì da da Lete Mora
no?
Uomo : si
Ferrigno: e pensa ti racconto solo questa, che una sera, quindi raccontata da lei
che mi chiamava alle 2 di notte, alle tre
Ferrigno: allora, una sera porta, Maria
U o m o : eh
Ferrigno: la porta assieme ad altre 20 ragazze, erano 25 ragazze
Uomo: si?
Ferrigno: in un res. nella sua residenza, una residenza fuori Milano
Uomo: mh
Ferrigno: con intorno tutta Polizia, Polizia, Carabinieri
Uomo: mh
Ferrigno: sai che c'era, quel, c'era Le Lele Mora, mezzo uomo
Uomo : sì
Ferrigno: che le ha portate lui, e poi c'era laa, come si chiama, Emilio Fede
U o mo : eh
Ferrigno: Emilio Fede, tre uomini e 28 donne più o meno, tra cui Maria, che le
hanno fatto fare la danza del ventre
Uo mo : eh
Ferrigno: perchè è mezza araba e lo sa fare, e sono rimasti a guardarla, poi alle
due di notte, due e mezza di notte,praticamente questo sai che faceva? Facevano le
orge lì dentro, non con droga, non mi risulta, capito? E facevano quel lavoro lì.
Facevano le o, bevevano tutte mezze discinte, mezze così ee poi lui è rimasto con
due o tre di queste le altre lei è rientrata
Uomo: loro tre e ventotto ragazze
Ferrigno: come? sì
Uomo: loro tre con ah
Ferrigno: tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto, solo le mutandine
quelle strette
Uom o : ah
Ferrigno: capito? Bella roba, tutta laa la sera. Ecco quindi lei l'ha visto lì, poi gli
ha regalato un anello ed un bracciale, a tutte, compreso a Maria
Uo mo : ah
Ferrigno: pensa un pò, che fa questo signore, quindi questa proprio in diretta, lei
mi chiamava era esterefatta, poi lei l'ha presa in braccio e poi ha detto presto ci
vedremo, ma che schifo quell'uomo ...".
Progressivo: 1727 R.I.T: 3496/10
Data: 28/10/2010 12:19:32
Carlo Ferrigno 3890254880 SACCO Mario (assist, dario) 393484800001
Chiamante mario int. Carlo
"... CARLO ... il bunga bunga, le feste, i regali, sono quelli che mi ha raccontato
MARIA, uguali, identici. L'ha de... uguali, identici. Quello che mi ha raccontato
MARIA.
MARIO MARIA, anche lei è andai.. lei che è andata su una volta, lei come fa a
sapere certe cose, robe del genere, se non... se non perchè glie l'ha ricordate
qualcuno
CARLO nooo il colmo... lei me lo raccontò in diretta, quella notte! Passo, passo mi
raccontava! Quando andò da... te l'ho te l'ho raccontato, te l'ho detto. Quando fece
quella festa dove fece il ballo, lì. Il ballo....
MARIO eh, e cos'han raccontato che han ballato, che si son divertite, che è 'na
festa, cioè (inde)...
CARLO si, in braccio, era in braccio, vabbé, a EMILIO FEDE, che c'era solo
EMILIO FEDE, MORA e BERLUSCONI che lei poi, che BERLUSCONI le disse
"ci vediamo la prossima volta, la baciò, la prese in braccio",che ballò con...
MARIO si però, dico, cioè non è che, non è che abbiano fatto chissà che cosa... no?
Nel senso... cos'han fatto?
CARLO te lo dico io cosa avevano fatto: a un certo punto, eh... dice che erano tutte
solo con la mutandina. E poi ballavano lì...
MARIO Mah... non ci credo...
CARLO Si, si lei mi chiamava in diretta e io sentivo le voci!!!
MARIO Ci credo poco
CARLO E poi beveva, droga non..., l'unica cosa che non ha visto, però bevevano
tutte, lei non poteva bere perchè era periodo di ramadam, pre ramadam, quindi
non lo poteva fare, però lei allora era (inde) erano quattro giorni, era
scandalizzata allora MARIA, non era... ancora... C'erano le dueee ragazze DI
VIVO di Napoli (refuso, si tratta presumibilmente di DE VIVO), c'erano tutte...
guarda, facevano, tutte in braccio a BERLUSCONI, seminude... eh... lei poi a un
certo punto se ne è andata con... LELE se l'è portata via, lei e un'altra, e sono
andate via. E le due gemelle sono, sono andate via ...".
Progressivo: 1927 R.I.T: 3496/10
Data; 01/11/2010 10:24:48
Carlo Ferrigno 389025488; SACCO Mario (assist. dario)393484800001
Ferrigno: a casa di Berlusconi, c'era pure la Minetti, col seno da fuori, chee
baciava Berlusconi in continuazione, insomma, senti, proprio un puttanaio eh?
Quella Minetti lì, dice che poi non è nemmeno tanto bella, quella sera che c'erano
tutte donne, Emilio Fede, Lele e lei, c'era anche la Minetti, l'ha conosciuta alle
serate andava capito? E l'ha fatta divertire ..ine. (sovrapposizione di voci ndr)
Sacco: a me quell'Emilio Fede lì non piace proprio per niente guarda
Ferrigno: l'ha fatta diventare Consigliere Regionale, quando praticamente
Berlusconi ha detto di affidarla a lei alla Polizia ... ".
ma io pensavo fosse una cena pulita e una cosa, no invece, quella mi chiamava, pur
essendo lei una puttanella è rimasta sterefatta quando stavano tutte discinte con le
mutande, ognuno fa, mezze ubriache eccedere, in braccia a Berlusconi e se le
baciava tutte, le toccava tutte, queste venti erano una ventina di ragazze, tra cui la
Minetti e le due e ah ecco, poi in particolare, sai chi è rimasto con lui poi aa a
scopare, con Berlusconi? Le due sorelle De Vivo, le gemelle De Vìvo, le hai più
viste a proposito a Milano? ... ".
Progressivo nr 953 del 04.09.2010 ore 14.18 (utenza 335220147 - Emilio Fede - rit
3188/2010)
Ut Emilio Fede - Int Puricelli Giorgio (foglio nr. 178)
Fede (ine.) le due ci ci altre due, ma secondo me le altre due già là confabulavano forse per mischiarla perchè (ine.) le altre due avrebbero anche voglia di fare menage no?
Puricelli mmmmm, no non credo secondo me. Non so, non credo.
Fede questa è un po' una ragazza un po' diversa (ine) forse perchè forse è molto più
discreta, non è sguaiata no?
Puricelli esatto, esatto, esatto. Poi sai, cioè questa qui è una piac, una presenza
piacevole a tavola no?
Fede come?
Puricelli a tavola è una presenza molto piacevole nel senso che con lei puoi discutere,
puoi parlare di calcio, parla di qualunque cosa con le altre due ccazzo, non dicono una
parola
voci sovrapposte
Fede quelle due sono terrificanti.
Puricelli quando fai una battuta non capiscono un cazzo
Fede sono terrificanti, terrificanti. Eh?
Puricelli non capiscono niente. Quando fai una battuta sono così, non sorridono quasi
mai hanno sempre questa faccia arrabbiata
Fede terribili, con ste facce alllucinanti, madonna, ma lui però le deve sganciare, ma ma co non si diverte con queste
Progressivo nr 1093 del 06.09.2010 ore 19.24 (utenza 3457144039 - Nicole Minetti
- rit 3053/2010)
ut. Nicole Minetti int. Iris Berardi (foglio nr. 185)
Iris ma ieri? mamma mia...
Nicole mamma mia, te prego, guarda
Iris che tristezza
Nicole eh? si...
Iris che tristezza, l'Aris ha avuto grandi regaloni
Nicole si lo so, lo so, lo so, lo so, me l'ha detto
Iris anche il... dopo regalo?
Nicole ah si?
Progressivo nr 203 del 20.09.2010 ore 03.42 (utenza 3925787395 - Roberta
Cipriani - rit 3468/2010)
Ut Francesca Cipriani - Int Giovanna Rigato (foglio nr. 198)
nel corso della conversazione amichevole Giovanna dice che a lei non gli è stato dato
niente e chiede come mai alle altre si e a lei no.
Francesca risponde dicendo che forse se ne è dimenticato, forse perchè te ne sei andata
via prima...
Giovanna: a tutte a tutte., ha dato duemila?...
Francesca: Ah. boh...me, Ludovica e ad Elena... si. non so., va beh tanto è uguale..
Giovanna: eh., no..no..(ride)..Lui non mi ha detto aspetta vieni di la comunque., visto
che anche la Guerra., e le altre aspettavano...
Francesca: comunque anche le altre sono andate., ma non ricordo chi...
Giovanna: ma io ho visto la Guerra e Marysthelle che aspettavano... dopo di voi..
Francesca: hu..
Giovanna: ma anche se qua... ma io dico come mai alcuni si....
Francesca: Boh.. senza motivazione..
Giovanna: ma dici che se io mi mettevo infila me li dava?
Francesca: si... si..
Progressivo nr 205 del 20.09.2010 ore 12.06 (utenza 3925787395 - Roberta
Cipriani - rit 3468/2010)
Sms da Cipriani a Rigato (foglio nr. 199)
" sì bellezza, tutto ok. Mi ha dato un braccialetto d'oro e due mila a tutte....ne ero
sicura che l'avrebbe fatto., a chiamare... a domani, notte., tvtttb.
Progressivo nr 210 del 20.09.2010 ore 13.49 (utenza 3925787395 - Roberta
Cipriani - rit 3468/2010)
Ut Francesca Cipriani Int Barbara Fagioli (foglio nr. 201)
....Barbara va bene .. anche per te che ieri sei andata.. hai preso., così....
Francesca si... va beh ... aveva anche delle buste da cinque e da di più eh...allora io
sono contenta ... praticamente mi ha dato uguale alle altre a Ludovica, ad Elena...
pensavo che magari mi distinguesse un attimo dalle altre infatti Ale e Ludovica sono
entrate insieme in stanza io sono entrata dopo..da sola., perchè pensavo che lui... si va
beh mi ha dato il braccialetto d'oro ..pero'., con il diamante...
In. cavolo....
Francesca un diamantìno piccino c'è scritto Fdi Francesca Piccolino d'oro., preferivo i
soldi., va bene va bene..anche quello.
Barbara questi sono l'inizi., dai.
Progressivo nr 95 del 20.09.2010 ore 18.53 (3345950412 - Iris Berardi - rit
3468/2010)
PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Milano (foglio nr. 202)
Iris: Mh! Un cristiano normale lavora sette mesi per prendere quello che ho preso io,
Progressivo nr 2074 del 19.09.2010 ore 16.34 (utenza 3457144039 - Nicole Minetti
- rit 3053)
Ut Minetti Int T.M. (foglio nr.203)
Ut No ma infatti ti volevo un attimo briffare sulla cosa., nel senso ..giurami che non ti
prende male nel senso cioè ne vedi di ogni cioè te tifai i cazzi tuoi e io mi faccio i cazzi miei per l'amor del cielo pero' ne vedi di ogni ..cioè nel senso la disperaticion più totale cioè capirai..e'è gente per cui è l'occasione della vita quindi ne vedi di ogni fidati di me punta su A il francese che lui sbrocca gli prende bene e tutto., digli tutto
quello che fai.. seconda laurea ..sei stata a ..tre mesi alla Sorbona che anche lui ha
studiato alla Sorbona si si si esalta di brutto non entrare nei dettagli o
(incomprensibile) vedi cosa hai fatto ..te cosa hai fatto alla Sorbona..hai fatto il corso
di francese???? OKmmhh tutte queste cose a lui piacciono ehh cioè .... no no io lo dico
nel senso per cioè nel senso per far entrare in simpatia nel senso Meli detto fuori dai
denti no .. ci sono varie tipologie di... persone c'è la zoccola, c'è la sudamericana che
non parla l'italiano e viene dalla favelas c'è quella un po' più seria c'è quella via di
mezzo tipo Barbara Faggioli e poi ci sono io che faccio quel che faccio capito per cui
ecco era solo per non confonderti nella massa non sii timida fregatene sbattetene il
cazzo e via andare ...
Progressivo nr 22 del 20.09.2010 ore 20.12 (utenza *******307 - T.M. - rit
3492/2010)
Ut 7!M-IntB.V.
PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Milano (foglio nr. 205)
(N.B. CONSIGLIO LETTURA FINO AL FOGLIO 217)
T.M: no, io ti dico cheeee, ti posso dire una sola parola e poi magari ne parleremo a
voce....
B.V.: mi hai scritto "allucinante"
T.M: a, ma no, uso una parola ancora più chiara, "un puttanaio" (sorride) cioè
proprio... no no no no no, ma proprio no no no!
B.V.: cioè che non t'aspettavi?
T.M: no! Cioè, io posso aspettarmi che certe cose avvengano in privato, no? Perché
ognuno fa assolutamente quello che vuole. Penso che non ci siano problemi se uno da
adulto no? Con un altro adulto... per carità, fai pure. Il problema è che avvengono in
maniera assolutamente sfacciata, disinvolta, davanti a tutti. Poi è così: ieri sera la
serata era
B. V. : te eri tranquilla ooo?
T.M: ma guarda, io sono tranquilla perché....
B. V.: relativamente?
T.M: nnn nessuno mi ha messo in difficoltà in nessun modo e quindi questa è una cosa
buona, nel senso che non è che io...
B. V. : no, va be
T.M: dovessi fare o mi è stato dato a intendere che... cioè, no! Io ero tranquilla, però
per darti un'idea, fai conto... ee.. noi slam...cioè, non c'è nessun genere di controllo
relativo....
T.M: e fa gli inviti quindi. Ieri sera c'erano molte ragazze, tipo una ventina, e c'era lui e
il suo fedelissimo amico che ha un ruolo importanteeee, bassino, mmmm, adesso va bè, comunque, eee molto abbronzato, che parla benissimo di lui, lo venera proprio, (ine.) ti può venire in mente chi è, comunque... eeee poi c'era un'altra persona ancora eemm questi loro tre e basta, e tutte ragazze. Eeeee noi siamo entrate proprio senza nessun tipo di controllo nel senso che tu arrivi, fuori di casa, eee dici il tuo nome e passi con la macchina tranquillamente. Io avevo la mia borsa il mio cellulare, nessuno me l'ha guardata nessuno mi ha chiesto niente. Quindi, varchi la soglia ed entri. Eeee l'ingresso è stato proprio cioèèèè, ma non informale, di più. Perchè queste persone lo chiamano: "amore - tesorino" cioè, ma proprio dei livelli V. di bassezza totale. Tu non immaginarti niente di quello che puoi immaginarti. Rendilo mmmm
B.V.: no, io mi posso immaginare solo quello che c'è scritto nei giornali.
T.M: ecco, praticamente nei giornali dicono molto meno della verità. Cioè, anche
quando looo, anche quando, diciamo, massacrano, no, cioè, è molto peggio! Molto più triste e molto piùùù. Ti dico, non c'è nulla di pericoloso, fa tutt, a me proprio mi ha
lasciato l'amaro in bocca. Ma non perché ho avuto paura, no no no, per la desolazione
cioè, sai quando vedi quelle cose...
B.V.: ma più della persona o delle persone?
T.M: no, della pers.. va bè.. la persona èèèè
T.M: ecco, io ho vissuto la serata come se fossi al 'Bagaglino'. Hai presente quella
volgarità spiccia che non è neanche tanto costruita o fantasiosa? Non è "Eyes wide
shut"
B. V. : no no
T.M: il film con Tom Cruise, cioè no!
B. V. : no no no
T.M: una roba banale ecco. Io mi sentivo lì dentro. In questa cosa in cui a un certo
punto durante la serata con l'Agostino di turno, tipo Maria De Filippi, quello con la
pianola che canta, a un certo punto, non si sa bene come o perchè, qualcuno ha iniziato a far vedere il culo e da li la serata è decollata.
B.V.:ah!
T.M: in un susseguirsi di cose più o meno volgari, ma come se fosse naturale e ti dico tutti davanti a tutti quindi questo buttasù...
B. V. : ma questo a tavola? Dopo cena?
T.M: no no, a tavola mentre si mangiava. Dopo di che ci si è alzati e la cosa è
peggiorata nella lato diciamo, no nel lato, in una sala-discoteca mmm è lì il degenero più totale cioè proprio siamo, ripeto, in un puttanaio in cui si ci si intrattiene come meglio si crede. Cioè, poi alla fine ognuno è libero di fare quello che vuole, nel senso che, è una casa privata no?. Dopo sai, anche solo il fatto di vedere certe cose, può metterti
in difficoltà.
B. V.: uno va a farsi i fatti suoi da un'altra parte dici.
T.M: brava, brava è questo che io non mi sono spiegata. Il perché di questo 'buttasù'
collettivo e appunto, a giro no? Cioè posso dare un bacio a una come a un'altra, ma
così, ripetutamente e ti ripeto davanti a tutti senza che abbia un senso. Perché allora qui c'è l'ostentazione cioè c'è il voler far vedere che lo fai secondo me. E in questo ci deve essere .... alla fine ... boh ... questa è una persona comunque molto molto grande.
Si potrebbe quasi dire adesso, non anziana, ma insomma...
Progressivo nr.100 del 21.09.2010 ore 22.04 (utenza *******307 - T.M.- rit
3492/2010)
UtT.MInt M.R. (foglio nr. 218)
T.M: ma tu che ti abbassi a fare una toccata di culo a una che non sa neanche chi sei..che glie l'hanno dovuto spiegato prima...che ti da del tu e ti chiama amore
mio...cosi...come se fossimo tutti fratelli.... ma alle medie che mi ponevo cosi
M.R.: ah. ok.
T.M: per me quello è stato tristissimo....ma ..ma., proprio angosciante... conosco e due o tre che non so..
Progressivo nr 12 del 20.09.2010 ore 19.47 (utenza *******307 - T.M. - rit
3492/2010)
Ut T.M. Int Padre (foglio nr. 219)
T.M.:si ma quello che mi ha., diciamo fatto pensare è che un conto che le cose
avvengano in disparte no..un conto
Papà : davanti a tutti ??
T.M.:si si ma te la dico in una parola per essere fini ....un puttanaio
Papà .ma ho già capito...un'orgia..
T.M.: no, no, no, no, no, non no alt no pero cioè hai capito diciamo che gli approcci
erano quelli però non è che c'è niente di...
Papà :ah gli approcci erano quelli
T.M. : pero'sì, si, si, si
Papà .tipo mani in mezzo alle gambe robe così?
T.M.: si quelle robe se dai
Papà .anche lui?
T.M.:: no no, no, no solo lui
Papà : solo lui
T.M.: : ver so le verso le 20 che c'erano
Papà : solo lui mmhh
T.M.: : c'era il suo amico (incomprensibile sembra lecchino)
Papà : va bene va bene va bene ho capito
T.M. : poi un altro che invece mi ha molto deluso..perchè lo facevo una persona di
rilievo
Papà : lo so ma lo sono ehh ma quando poi davanti a quella cosa lì gli uomini sono tutti
uguali
T.M : behh babbo però a certi livelli tu puoi anche prenderti una al top e far certe robe
anche 5 alla volta ma cioè in una stanza non con le prime 4 cretìnette davanti a una che
non conosci potrebbe essere chiunque perché nessuno mi ha chiesto un documento
PROCURA DELLA REPUBBLICA
iìs£ss8k presso il Tribunale di Milano
Verbale di assunzione informazioni rese in data 19/11/2010 da V.M. (foglio nr. 227-228)
La T.M. mi disse anche che a questa serata erano presenti molte ragazze,
circa una ventina. Gli uomini presenti, oltre il Presidente, erano due, uno dei quali
Emilio Fede; l'altro nominativo non me lo ricordo, però T.M. me lo fece, forse Rossella.
La prima fase della serata consistette in una cena dove si ascoltava musica, anche di
propaganda, e già durante questa cena le ragazze cominciavano a mostrare ì seni
rifatti, mi ricordo perfettamente che questo mi fu riferito dalla T.M. e avevano
atteggiamenti molto confidenziali e provocatori tra di loro, in un atteggiamento che mi
fu definito goliardico. Le cose invece peggiorarono, sempre da quello che mi è stato
riferito dalla T.M. quando dopo la cena tutti si spostarono in un'altra sala, nel piano
inferiore, e l'espressione che mi è stata detta dalla T.M., usata dal Presidente con
riferimento all'ambiente in cui si spostavano, fu "E ora andiamo al 'bunga bunga'".
Tenga presente che quando T.M. mi parlò di "bunga bunga" io avevo inteso che quel
termine si riferisse alla locazione, alle mura in cui tutti i partecipanti alla cena si erano spostati. In questo "bunga bunga", definito dalla T.M. a luci rosse, e non so se lei
intendeva perché c'erano le luci rosse o perché l'atmosfera era tale da essere
interpretata come a luci rosse, queste ragazze si sono ulteriormente spogliate, non so a fino a quale punto, e avvicinandosi a turno e anche in gruppi di due o tre al Presidente, che stava seduto sul divanetto, si strusciavano e si facevano toccare, assumendo un atteggiamento anche provocante e volgare, baci, strusciamenti. La T.M. mi riferi anche che all'interno di questo ambiente denominato "bunga bunga" erano presentì degli scompartì dove erano allocati degli abiti per dei travestimenti, ovvero divise da poliziotta o infermiera.
In seguito T.M. mi ha anche detto che la Minetti fece uno spogliarello, non mi disse fino a che livello, e cioè se lo spogliarello sì è concluso con la nudità totale della Minetti o parziale. Lo spogliarello fu fatto, sempre a dire della T.M., anche da altre ragazze presenti.
Dopo la fine del "bunga bunga" le ragazze sono salite al
piano di sopra, dove il Presidente doveva scegliere chi sarebbe potuta rimanere a
dormire quella notte.
Progressivo nr 1824 del 13.08.2010 ore 15.28 (utenza 3488888184 - Lele Mora - rit
3053/2010)
Ut Lele Mora Int Roberta Bonasia (foglio nr. 264)
Le le visto che sarai la... l'infermiera ufficiale..
Roberta si (ride) anche lui mi ha detto così...
Lele devi fargli uno scherzo... devi prenderti su... quello che si misura la pressione fìnto e poi prendi su... un camicione quello che si usa...
Roberta ride, quello, quello da dottoressa... con sotto niente ovviamente...
Lele ce l'hai? ce l'hai quello?...
Roberta (ride) eh, no, no...
Lele lo devi andar a comprare oggi...
Roberta eh, vado a comprarlo .. si perché non ce l'ho... (ruide) viene carino però, si, si
Lele ti metti lo stetoscopio...
Roberta è vero?...
Lele su... la... camicinia da infermiera...
Roberta e già (ride)
Lele e sotto le autoreggenti bianche...
Roberta guarda Lele lo faccio, ti giuro che lo faccio... non mi manca il coraggio,
credimi
Lele sorpresa, però devi fare... sono l'infermiera (ine)
Roberta (ride) sorpresa... perché poi mi ha detto..
Lele la devo visitare gli dici...
Roberta una visita... privata... per accertarmi il suo stato di salute..
Lele esatto...
Roberta che deve essere assolutamente... di alto livello, di buon livello...
Lele esatto... sai quanto si diverte lui per una cosa del genere... da ridere da morire
Roberta infatti, infatti... per quel poco che l'ho conosciuto ti assicuro che è... sta allo
scherzo, infatti eh...
Lele si., si., fa il finto malato, fa il finto malato..
Roberta, si, lo ha già fatto... quindi... proprio ieri sera...
Lele... comunque impressione ottima... pazzesca, meravigliosa,
Roberta meno male... grazie, grazie, sono contenta
Lele devo dirti questi sono i commenti..
Roberta grazie, sono contenta
Lele si prevede un grande futuro per te, amore "
Messaggio ai berlusconiani che hanno bloccato il contenuto del presente post su Facebook e grazie ai quali devo ripostare tutto due volte: segnalate il post quanto volete e bloccatemi i contenuti. NON HO PAURA. Alla fine vince chi è libero, sempre.
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