La manovra pensata (usare questo verbo è fare un favore alle esimie menti creatrici, scusatemi!) dal governo è una dichiarazione di intenti molto ben congeniata: in questo Paese non sappiamo cosa farcene dei giovani, e laureati. Già la giungla del mondo lavorativo è di gran lunga più intricata di qualsiasi foresta pluviale del pianeta terra, tra contratti a progetto, finte partite iva, contributi inesistenti, stage non retribuiti, lavoro nero, etc. etc. Come se non bastasse, hanno avuto la brillante idea di punire proprio gli unici componenti della società italiana che rappresentano il futuro.
E, non dimentichiamocelo, anche il presente di questo Paese.
Siamo noi a tirare la carretta, mettiamocelo bene in testa, noi con i nostri lavori pagati in ritardo, pagati male e poco, noi con le nostre cellule cerebrali spese nei laboratori di ricerca, noi con la nostra creatività del made in Italy, noi con la nostra cultura, noi con le nostre ore di straordinario mai retribuite, noi che paghiamo la pensione a tutti, noi che ci sforziamo di salvaguardare le bellezze artistiche e paesaggistiche del paese più bello del mondo.
E siamo sempre noi che veniamo chiamati bamboccioni, nullafacenti, fannulloni.
Bene, forse ci siamo anche stancati. O meglio, avremmo dovuto stancarci già tempo fa. Molti di noi sono andati via, all'estero. Seguiamoli!
Invece di perdere tempo a spedire foto a Repubblica con la inevitabile gallery in prima pagina, invece di raccogliere le firme per l'ennesima petizione online, invece di rifare uno sciopero generale a cui aderiscono i lavoratori tutelati e che, quindi, sostanzialmente non serve a nulla (una scampagnata fuori porta per il veterano iscritto alla Cgil con panino al sacco pagato), io lancio la mia proposta: organizziamo un esodo di massa, vero, concreto, reale.
ANDIAMO VIA!
Basterebbe che tutti i giovani laureati, tra i 25 e i 40 anni, andassero via dal Paese per una settimana. Oggi un biglietto aereo di andata e ritorno per una capitale europea costa quanto una pizza fuori il sabato sera. Organizziamoci e diamo una lezione a questo paese che ci maltratta.
Basta cortei, accampamenti in piazza, dobbiamo dare un segno concreto della nostra esistenza, della necessità che l'Italia ha dei giovani laureati. Con internet sarebbe uno scherzo organizzarlo, sscegliamo un week end e andiamo via. Riempiamo gli aeroporti, andiamo a manifestare davanti alle ambasciate italiane in Europa, tutto in una settimana. Diamo davvero uno schiaffo a questa classe dirigente arrogante, ladrona e anche stupida (ebbene sì, sostanzialmente sono stupidi e si sa che la stupidità fa un sacco di danni...) che di fronte alle nostre manifestazioni si gira dall'altra parte.
Facciamolo.Ora. Non domani.
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